otomo yoshihide
Noto ai più come manipolatore, riciclatore e "destrutturizzatore" delle alchimie sonore, Otomo Yoshihide, compositore giapponese, è altresì conosciuto per il suo sapiente uso del campionamento del suono, grazie al quale lo troviamo coinvolto in vari progetti, sia come solista che a fianco a nomi di prestigio nell'ambito della musica elettronica o contemporanea cosiddetta di "confine" (Dragon Blue, Ground Zero, I.S.O., Otomo Yoshihide New Jazz Quintet). In questo concerto all'Area Sismica si presenta in compagnia di altri tre musicisti orientali, intento a creare una sinfonia di feedback impostati come composizione elettroniche ambientali e con massiccio uso di svariati loop (rumori distorti, percussioni etniche e tracce ritmiche jazzistiche). L'improvvisazione è continua, poggia su basi concrete, nel senso che i cenni che i musicisti si scambiano continuamente dimostrano che contrariamente alle apparenze quando si parla di vera improvvisazione, gli accostamenti azzardati e il suono che arriva caotico alle orecchie del pubblico, in realtà così caotico e casuale non è, piuttosto funziona a partire dalla qualità e dalla coscienza dei propri intenti da parte dei musicisti stessi. E di questa qualità nell'improvvisazione Otomo Yoshihide ne sa qualcosa, soprattutto di quella tecnica necessaria a supportare una performance tutta incentrata su toni e frequenze bassi. Interessante la musica, composta da loop di matrice jazzistica o da misteriose e sinistre tracce orchestrali mandate in ripetizione continua. Rumore elettronico mantrico che passa prima dallo stomaco che dalle orecchie. Ostici fino all'ultimo, oltre misura, una dichiarazione di totale incorruttibilità.
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