Willy de ville
Willy De Ville che passa dall'Italia anche per pochi concerti, è
un evento che non può passare inosservato a chi parla di rock,
e tutto quello che ne consegue.
Dopo gli anni del CBGB e quelli del pachuco rock, per il gitano del
soul è sopraggiunta una specie di pace dei sensi, una tranquillità
creativa che si esprime in una dimensione artistica appagante a ridosso
dei suoi miti, i musicisti e gli autori che hanno fatto grande il sound
di New Orleans.
Oggi De Ville è l'artista culto per eccellenza, stimato dai colleghi,
mal visto dai manager delle grosse multinazionali, amato da un pubblico
non vasto ma diffuso, sempre disposto a sbombardarsi km su km pur di
assistere ad un suo imprevedibile show.
L'entrata di Willy è stata introdotta da un brano strumentale
pescato tra i pezzi degli anni '50, sapori e suoni rimandano direttamente
a quell'atmosfera calda e jazz, realmente vintage.
Sul palco si manifesta appieno, con il suo look specifico, un po' sinistro
e un po' demodé. La voce come sempre sorprende e cattura, accomuna
toni foschi da macho di mezzanotte con quella carica
sanguigna e malinconica che hanno i grandi bluesmen e i cantanti di
rhythm & blues. Amore ed emozione sono i motori del suo essere e
della sua musica.
Messico, America Latina, Caraibi, come in "Bamboo Road", immagini
di spiagge, steel band e cocktail gioiosi. Di alcol ed erba.
Come in "Hey Joe", altro talkin' cavernoso, giocato su un
ritmo che sa di mambo, di cumbia, di latino bar. Ma ci sono anche momenti
dai toni duri che ci ricordano i disperati quartieri della comunità
ispanica, e che fanno da sfondo a storie di droga e di easy money,
col naturale contorno di senoritas e promesse mancate.
Dai brani come "Spanish Stroll" e "Savoir Faire"
emerge il suo amore per la vecchia New Orleans, che risorge poco a poco
dalle acque che l'hanno quasi cancellata dalle carte geografiche. Nella
sua musica c'è un'incredibile padronanza dei generi (rock, blues,
country, tex mex, cajun) che mette in risalto la "diversità"
di un artista che non si è mai piegato alle regole del business.
Rimane un personaggio carismatico, anche se il suo rock mostra i segni
del tempo, i segni di un'America fantasmatica e forse in via di estinzione.
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