Tuxedomoon
Atteso
come un avvenimento “importante” finalmente è arrivato
il concerto dei Tuxedomoon a Firenze, in una affollata Stazione Leopolda.
Riappare all’orizzonte la luna in smoking dopo tre anni
dall’ultimo tour per presentare in anteprima europea l’ultimo
lavoro Cabin in the Sky. Stephen Brown, Peter Principle e Blaine
Reininger sono nuovamente sul palco, come 25 anni fa, con l’intenzione
di sperimentare in un’altra veste quei suoni particolari e inconfondibili
che li portarono al successo nei primi anni Ottanta. Nati a San Francisco
nella seconda metà degli anni Settanta, cresciuti nel fertile
ambiente della scena artistica locale per poi trasferirsi in Europa
dove a tutt’oggi risiedono in pianta stabile, i Tuxedomoon sono
un ensamble in grado di creare senza alcuna costrizione di forma e di
stile un apparato musicale/visuale capace di stimolare in profondità
i sensi dell’ascoltatore-spettatore.
L'assetto della band presenta accostamenti musicali atipici - come basso,
tastiere, violino e fiati - canzoni che uniscono sperimentazione elettronica
e contemplazione romantica, avanguardia e citazioni morriconiane, attitudine
rock e glacialità di ritmi urbani post-mitteleuropei. Dal palco
si proiettano immagini, la musica le accompagna muovendosi tra danze
gitane, elettronica e frammenti di lounge jazz, perlopiù con
brani tratti dall’ultimo album ma anche con alcune incursioni
nel passato, tra cui le bellissime Desire e Nazca
e l'ipnotica chiusura con Again. L’indiscutibile abilità
tecnica, la grande esperienza musicale e un felice stato di predisposizione
nei confronti del pubblico hanno fatto lievitare il valore della performance:
un’esibizione in crescendo costante, inizialmente caratterizzata
da un certo rigore formale ma poi sempre più virata verso un
suono ritmico, aggressivo e coinvolgente, per una musica oggi ancora
contemporanea.
Photo by Isabelle Corbisier (Paris, 26/6/2003)
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