Meredith Monk
Un
avvenimento importante si è svolto domenica 28 marzo al Teatro
Politeama di Cascina (Pi): l’unica data per la
Toscana del breve tour italiano (oltre a Cascina, Roma e Milano) della
poliedrica artista statunitense di origine peruviana, che proprio recentemente
ha varcato la soglia dei 60 anni, collezionandone più di 35 in
una carriera all’insegna della sperimentazione e della ricerca.
Compositrice, cantante, regista/coreografa e creatrice di nuove opere,
di lavori teatrali e musicali, di film e installazioni, Meredith Monk
nasce artisticamente nell’ambito dell’avanguardia americana
degli anni Sessanta, distinguendosi fin da subito per il perseguimento
di un progetto assolutamente personale, che coinvolge i principali linguaggi
artistici in una proposta interdisciplinare e intensamente performativa.
La performance al Politeama si è svolta in tre parti: Music
for unaccompanied voice, composta da una selezione di brani dagli
anni Ottanta alla metà degli anni Novanta; Selections from
“Mercy”, un’opera multimediale ideata insieme
alla creatrice di installazioni Ann Hamilton e riadattata per l’occasione;
Turtle dreams (Waltz), con proiezione video di Robert Withers
(anche se in realtà di questo video si è visto poco o
niente... chissà perchè, poi). Con lei in scena il Vocal
Ensamble, composto da sei elementi, tre strumentisti e tre performers
vocali di grande qualità artistica. Insieme alla Monk hanno dato
vita a uno spettacolo intenso e raffinato, basato su una ricerca vocale
e gestuale ridotta alle sue radici più essenziali; uno studio
su forme di espressività ai confini del primitivismo, combinato
tuttavia con elementi ricavati dal paesaggio culturale della contemporaneità.
Colpisce la quasi totale esclusione del linguaggio verbale quale siamo
abituati a conoscere, sostituito da riduzioni sonore di versi di animali,
da antiche forme di cantilenazione e da moduli espressivi ricavati dal
modello della voce infantile. Musica, teatro, danza e cinema si fondono
proprio per mezzo dell’elemento unificatore della vocalità
e del canto: una musica vocale di grande impatto comunicazionale, rivolta
direttamente all’ascoltatore elevato a soggetto attivo del processo
di creazione, un processo finalizzato alla possibilità di apertura
di nuovi orizzonti nella lettura e nella percezione della realtà.
Proprio tale inclusione, che costituisce uno dei punti fondamentali
della produzione artistica postmoderna, assume con Meredith Monk caratteristiche
particolari, dal momento che si libera dell’ artefatta complessità
che spesso lo caratterizza per giungere a una trasparenza e immediatezza
espressive che rappresentano la sostanza più luminosa del lavoro
di questa importante artista.
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