Southside johnny and the asbury jukes
Southside Johnny arriva direttamente dal New Jersey, con il suo Rhythm
& Blues sospeso tra richiami rock e soul, il suono inconfondibile
della zona a sud di New York, appunto: aspro e commovente. In completo
jeans, t-shirt e Converse ai piedi, Southside Johnny e i suoi Jukes,
"The World's Greatest Bar Band", hanno sparato fuori uno show
travolgente, adrenalico, rovente... roba di altri tempi e soprattutto
di altri luoghi, una musica sanguigna e romantica, fermentata dal timbro
roco e appassionato della voce di Southside, in live intriso di R&B
sporco e strascicato, costruito sul suono delle chitarre tra Stax e
Stones, contaminato e bilanciato da Rock'n'Roll, Funky, Folk, che alla
fine mette daccordo tutti quanti.
Southside Johnny, ormai sessantenne, riesce ancora a stupire, sciorinando
i classici del suo repertorio come Trapped Again, I don't
Want To Go Home, The Fever e una versione travolgente
di Sympathy For The Devil, da goccioloni agli occhi.
Quello che rimane delle due ore e un quarto di spettacolo è un
suono esaltante, umano, il nostro singer è esausto e stremato,
quasi senza voce e apparentemente al limite dell'infarto: sudore, polvere
da sparo e classicità protagonisti della scena.
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