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Soulfly


max cavallera Un Velvet strapieno ha accolto il concerto attesissimo dei Soulfly, la band di Max Cavallera post-Sepultura, che come suo solito non ha deluso le aspettative: il suono radicale, velocissimo e potente della band, che programmaticamente incita e auspica un ritorno al primitivismo e alle radici tribali delle società indios (profondamente radicato nel contesto brasiliano), è stato sviscerato percorrendo passato e presente, attraverso pezzi dal recente Dark Ages (l'acclamato disco di riavvicinamento all'ambito dell'heavy/trashmetal) e attraverso esecuzioni travolgenti dei classici dei Sepultura, tra cui la mitica Roots Bloody Roots, e l'inno-manifesto dei Soulfly stessi, Back to the Primitive, eseguita rigorosamente con l'aggiunta di strumenti tradizionali come il birinbao. Pubblico (tra cui personaggi un po' molesti ed evidentemente ignari-ignoranti del succo del "messaggio" della band) in visibilio e groove micidiale.

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