life along the borderline - a tribute to nico
I Velvet Underground sono stati la più grande band di rock'n'roll d'avanguardia non solo perchè si avventuravano su territori inesplorati, ma anche perchè, a differenza dei musicisti loro contemporanei, anticiparono coscientemente la decadenza del rock, interpretandolo come un sogno oscuro e misterioso. E' in questa ottica che Andy Warhol allestì e presentò al mondo dell'arte uno sconosciuto gruppo rock che si poggiava su tre sbilenchi pilastri: un giovanotto drogato di Coney Island, un musicista classico del Galles lieto di dilapidare l'esigua borsa di studio assegnatagli dal Conservatorio Goldswyth di Londra in esperimenti sonori di dubbio valore accademico, ed una chanteuse e modella tedesca con un curriculum caratterizzato da una parte in un film di Fellini e una nella vita di Alain Delon. E' la metà del 1966 quando Warhol decide di dare un senso alla vita di Reed, Cale e Nico rendendoli parte integrante del progetto artistico della sua Factory, utilizzando la musica della band, ribattezzata The Velvet Underground, per la colonna sonora di uno spettacolo mutimediale. Andy Warhol l'avrebbe adorata questa celebrazione, perché il concerto di questa sera è dedicato a Nico, scomparsa ormai 21 anni fa, ma ancora ben presente nel cuore di tutti noi. Sul palco c'è uno dei suoi cortigiani prediletti, John Cale con la sua band, che accompagna l'esibizione di un cast stellare: Peter Murphy, Mark Lanegan, Lisa Gerrard, Mercury Rev, Mark Linkous e Soap & Skin. Tutti figli dei Velvet. Iil tributo si svolge attraverso la reinterpretazioni del repertorio di Nico solista, l'atmosfera tra gli artisti è un misto di solennità e sentita partecipazione emotiva, lo stesso accade tra il pubblico, accorso numeroso per la grande occasione. Peter Murphy sale sul palco cospargendolo di petali di rose rosse e gettandone anche verso le prime file, il pubblico soprattutto femminile è già in visibilio, e Murphy non ne vuole certo deludere le nostalgiche aspettative, riproponendosi esattamente come ai tempi dei Bauhaus, sia nel timbro vocale, appena appannato, sia nelle pose che nell'atteggiamento. L'esibizione di Lisa Gerrard è realmente ipnotizzante, per l'impatto teatrale da diva degli anni Quaranta in abito lungo rosa antico, ma anche e soprattutto per le sue incredibili e particolarissime capacità vocali, che danno vita forse alla performance più riuscita ed emozionante di questa serata, contraltare perfetto del mood basso e interiore del timbro vocale di Nico. Il cantante dei Mercury Rev si presenta invece completamente dipinto di argento, con orecchie a punta e antenne da alieno, al sua è una performance leggera e volatile, felice e gentile, che arriva direttamente al cuore, mentre Mark Lanegan sembra rifiutarsi del tutto di partecipare a questo clima di empatia emotiva, e la sua esibizione rimane distaccata e schiva. Il finale, manco a dirlo, vede tutti gli artisti esibirsi insieme, un'unica voce che sancisce la nostalgia, il rispetto e il ricordo di un'icona indimenticabile, in un'assenza più che mai presente, qui e ora.
Foto >> Gerard Malanga
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