MDC
Gli
MDC sono sicuramente una delle poche ultime incarnazioni sincere e spontanee
del punk/hc. Millions Of Dead Cops, ma anche Multi-Death Corporations,
Millions Of Dead Children e Millions Of Damn Christians, la formazione
texano/californiana è caratterizzata da un approccio feroce e
violento nella critica alla politica interna ed estera del governo americano,
una critica che affonda le radici negli anni Ottanta, in piena era Reagan,
ovvero nel momento traumatico del definitivo trapasso degli USA dalla
maggioranza democratica a quella repubblicana. In un settore dove essere
estremisti ormai significa soltanto tendere da una parte al metal, dall'altra
al noise, gli MDC riaffermano l'esigenza di restituire a quello che
era nato come genere musicale di rottura i suoi tratti più concretamente
anticonformisti, per rendere ancora più esplicito l'attacco al
militarismo e all'imperialismo, alla brutalità poliziesca, ai
soprusi compiuti in nome della "libertà", alle innumerevoli
contraddizioni della cultura americana, senza dare niente per scontato
e riaffermare ogni volta il proprio dissenso/disagio.
Un'ora di suono oltraggioso e incredibile nella sua furia, una band
che ha un fortissimo impatto, trasuda rabbia ed emozioni che vanno aldilà
di un semplice concerto, testi che
parlano di insoddisfazione, ribellione, rabbia. Gli MDC imbasticono
inoltre assoli crudi e lancinanti, che pescano dal meglio della produzione
heavy delle bands americane "reiette" degli anni settanta.
Voce isterica, cadenze serrate, stacchi brucianti e un finale pestifero
con l'inno John Wayne Was A Nazi a rendere questo concerto
un vero e proprio manifesto del punk estremo e politicizzato.
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