honkeyfinger
Il sacro fuoco del blues arde più che mai nelle vene di Honkeyfinger perché lo spirito di Jimi Hendrix sembra possedere questo straordinario one man band, dal suono crudo ed elettrico.
Accompagnato, oltre che dalla batteria, da un'armonica furente, Honkeyfinger sembra avere colto davvero l'essenza di quel fuoco voodoo. Forse è proprio quella tecnica bizzarra della chitarra orizzontale sulle ginocchia a rendere così intimo il suo rapporto con lo strumento. Tecnicamente parlando si resta stupiti dalla velocità di fraseggio e dalla potenza della svisate ottenute con la mano piatta sul manico; dal punto di vista emotivo si viene conquistati dall'impatto furente della performance, una musica che passa direttamente dal cuore. Rock'n'roll, garage dalle viscere della terra, eruttante fuzz, heavy raw blues power sono le basi di un concerto poderoso in cui il solismo di Honkey Finger lascia i presenti a bocca aperta. Assoli continui, improvvisazioni, accelerazioni e decelerazioni, un suono trascinante, acido, psichedelico, che spesso viene replicato e trasformato e che molte volte ci ricorda quello velenoso del grande Johnny Winter. Un concerto pieno di sentimento e di amore per il blues e per la musica, ma soprattutto pieno di "cose vere e reali", scaglie di vita vissuta. Grande.
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