hairy bones
Finalmente possiamo vedere anche in Italia gli Hairy Bones, spettacoloso quartetto che fa del free-noise-jazz il proprio vessillo, una formazione ideata dal sassofonista tedesco Peter Brotzmann, tra i padri fondatori del free jazz europeo già al fianco di nomi storici della musica d'avanguardia: Don Cherry, Misha Mengelberg, Anthony Braxton, Evan Parker, solo per citarne qualcuno.
Il nuovo quartetto comprende Toshinori Kondo, trombettista giapponese considerato uno dei più importanti improvvisatori del giro avant-rumoroso nipponico, Massimo Pupillo, bassista degli ZU e Paal Nilssen-Love, giovane batterista norvegese.
La loro musica è soprattutto come una concezione organizzata del rumore, un'esperienza estrema che diventa al tempo stesso un convincente tributo alla poetica colemaniana.
Brotzmann e Kondo improvvisano contemporaneamente, con furia, quasi a voler emergere dal frastornante drumming rock di Paal Nilssen. Anche qui niente di casuale, giacchè Brotzmann è abile nel creare nuove regole di gioco almeno quanto è implacabile nel distruggerne di vecchie. Per lui l'importante è non rimanerne senza, evitando così l'inconcludenza e l'incomunibilità del free più acefalo e sfrenato. La sua versione del concetto di "libertà controllata" è incentrato sulla durata - brevissima ma ripetuta - degli squarci totalmente liberi, e nei confronti di questi squarci c'è un'osservanza stringente e assolutamente invalicabile delle parti prestabilite, che prevedono un'incessante, turbinosa giustapposizione di frammenti stilistici. Una proposta musicale decisamente forte, sicuramente apprezzata dai più ricettivi alle sonorità senza mezzi termini.
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