GBH
I GBH sono una dimostrazione di come certi discorsi ben diffusi ora
come ora, tipo ma come? suonano ancora? oppure no no, ormai
non è più tempo per quelle situazioni, siano perlomeno
superficiali, come se il punk fosse solo una pura questione di creste
e rasature colorate, borchie, magliette strappate e tutto l'armamentario
ormai plasticoso e stantìo. Invece ho sempre creduto che fosse,
e sia tuttora, veramente un'attitudine, un modo di essere dentro e magari
anche fuori, un modo di vedere la realtà...
I GBH si distanziano chilometri da quei gruppi che, dopo anni di oblio
e in pieno ribollimento, si rimettono in giro a fare concerti cavalcando
l'onda di revival di questi ultimi tempi, e infatti hanno spaccato.
La formazione è praticamente quella originale, la voce abrasiva
di Colin Abrahall, Colin Blyth alla chitarra, Ross Lomas al basso, e
l'ultimo arrivato, l'esuberante Scott Preece alla batteria. Il loro
suono è veloce e diretto, caratterizzato fin dagli esordi dei
primi anni Ottanta da una fusione esplosiva di punk e hardcore che non
concede tempo alla riflessione, esemplificata da molti hit immortali
nel genere come Time Bomb, Sick Boy, Slut,
Maniac, riproposti con convinzione, a testa bassa... I GBH
sono reali.


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