The Andy Wharol Show
Nuovamente
in Italia, dopo la retrospettiva di Venezia a Palazzo Grassi nel lontano
1991 , le opere del mitico creatore/distruttore di icone e simboli della
cultura di massa, il papa della pop art, l'unico e irripetibile Andy
Wharol. Questa mostra alla Triennale di Milano è certamente interessante,
si concentra più che altro sulle strabilianti capacità
di Wharol come grande comunicatore e promotore di se stesso, come figura-ponte
tra arte e società dello spettacolo, un modo di operare che,
anche se anticipato fin dai tempi delle avanguardie storiche come futurismo,
surrealismo e soprattutto dadaismo, da Wharol appunto e nel panorama
socio-culturale degli anni Sessanta-Settanta è stato consacrato
e reso pratica comune. La rassegna, oltre a esporre circa 200 dipinti,
insiste soprattutto sulle foto, sulle opere grafiche, sui disegni pubblicitari
degli inizi, realizzati come illustrazioni per le riviste di moda newyorkesi,
insieme a materiali di supporto, come le copertine di Interview,
filmati, documentazioni di moda e oggettistica. Un vero e proprio show,
appunto, che si sofferma sulle superfici e sui frammenti, e così
probabilmente fornisce l'introduzione più adatta alla figura
complessa e multimediale di questo artista, che da sempre ha indagato
sulle superfici e sui frammenti delle merci, dei personaggi della sua
factory e dell'underground di New York, dello star system e infine del
jet set internazionale, e che ha fatto di se stesso una vera un'opera
d'arte.
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