Acid Mothers Temple
Armonie
spaziali e mantra psichedelici, nel puro senso della parola. Gli Acid
Mothers Temple vengono dal Giappone (Nagoya, per la precisione) e si
sente: il loro suono è una perfetta fusione di arcaismo e modernità,
la loro musica è pura e visionaria, una spirale cosmica, un rito.
L’impianto al Flog funziona a meraviglia ed esalta al massimo
la potenza compatta mista a grazia che si sprigiona dal gruppo attraverso
le sferraglianti chitarre hendrixiane di Kawabata Makoto, o"speed
guru", e di Hiroshi Higashi (bellissimo e conturbante), impegnato
anche alle tastiere; Tsuyama Atsushi suona il basso da dio e canta ma
anche ulula balbetta e singhiozza; alla batteria, lisergica e ossessiva,
Koizumi Hajime, una faccia che sembra uscita direttamente da un film
giapponese con i monaci guerrieri super seri ma poi anche simpaticoni.
Un suono che porta lontano, fonde le anime e fa pensare soltanto a belle
cose, forti e delicate nello stesso tempo.



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